BIODRAMMA
Il Biodramma di Katriona Munthe si presenta come una tecnica di indagine psicologica e una rappresentazione della storia di una vita. Questa pratica consente al protagonista di esplorare il proprio mondo intrapsichico all’interno di uno spazio simbolico teatrale trasformativo. Oggi, questo spazio si è evoluto in un’esperienza immersiva, in cui la persona può muoversi tra le fotografie della natura e della propria vita passata. Insieme ai teatranti, i partecipanti intraprenderanno un viaggio di conoscenza e, forse, di guarigione, celebrando il proprio cambiamento attraverso un rito significativo.
« vedere continua esperienza de la nostra immortalitade
ne la divinazione de nostri segni » Dante Alighieri
Un’iniziazione contemporanea: il Biodramma è un metodo simbolico di sviluppo personale che mette in scena i contenuti del mondo interiore di un individuo protagonista. Prima dell’evento, i partecipanti si preparano attraverso un ciclo di tre incontri con una psicoterapeuta. Al termine di questi incontri, sarà richiesto al partecipante di portare delle fotografie personali, che verranno proiettate nella scenografia durante il Biodramma.
In questo viaggio personale, i biodrammisti accoglieranno l’individuo protagonista—l’eroe o l’eroina della propria storia—e lo inviteranno a entrare in un’esperienza trasformativa: un vero e proprio rito di passaggio.
Il percorso si snoda in un viaggio alla ricerca del Sé, attraversando tre porte che conducono a tre palcoscenici universali: la vita, l’amore e la morte. Qui, la tecnologia moderna e l’immersione nelle foto personali, unite alla creatività teatrale dei mimi mascherati, creano un’esperienza conoscitiva che esplora lo spazio e il tempo della propria vita. Sistemi simbolici, dipinti, segni e reperti dell’antichità emergono per permettere all’individuo di scegliere il proprio cammino. Il partecipante riscopre e riconosce un nuovo se stesso, per poi sentirsi reintegrato nel disegno simbolico della Storia dell’Umanità.
SIMBOLI DELLA VITA
SIMBOLI DELL’AMORE
Origine del biodramma •
Alla fine degli anni Settanta, un gruppo di ricercatori in psicologia, guidato da Lorenzo Ostuni a Roma, sviluppò una metodologia di catarsi psicoterapeutica. Questa attività nascondeva un profondo desiderio di andare oltre, per stimolare in se stessi ciò che lo psicoanalista svizzero Carl Gustav Jung definiva “Immaginazione Attiva”.
Questa pratica, che unisce la dimensione psicologica a un’analisi archeologica della mente umana, si è trasformata in una ricerca di forme senza tempo, che nella storia dell’umanità si sono ripetute come figure autonome e significative. Così, i ricercatori si sono messi in cerca di simboli universali.
La dimensione archetipica •
Proprio perché l’esperienza del biodramma si propone in un mondo interiore senza tempo e fuori dallo spazio, pur usufruendo della scenografia immersiva nella Caverna di Platone, ci si ritrova abbracciati dagli archetipi, e si riconoscono le forme famigliari, universali, potenti che insegnano la conoscenza, l’insight, ci guidano e ci reintegrano.
Il Biodramma, come sperimentazione dell’Immaginazione Attiva, si trasforma in una riflessione sull’arte, la psicologia e la mitologia, richiamando la pratica dell’Iniziazione ai Misteri Eleusini. Questa cerimonia antica mirava a raggiungere una visione dell’Assoluto, con il viaggio del protagonista che comportava una discesa negli inferi.
L’iniziazione prevedeva un distacco dal mondo esterno per entrare in uno stato meditativo, concentrandosi sul processo interiore e sul “fuoco del cuore”. Il passaggio nell’oltretomba implicava riconoscere le forze creatrici della vita e quelle distruttrici della morte, come nel mito di Persefone, rapita da Ade, il cui ciclo veniva rievocato annualmente.
Coloro che desideravano partecipare ai Misteri cercavano la conoscenza per trascendere la quotidianità e unirsi al cosmo, scoprendo il segreto della rinascita e della propria immortalità. Durante la grande processione da Atene a Eleusis, illuminati da fiaccole e accompagnati da figure mitologiche, gli iniziati giungevano al Telesterion, dove danzavano e cantavano in onore di Demetra.
Il mito di Persefone, che simboleggiava la vita e la morte, si manifestava attraverso l’esperienza intensa del passaggio dall’oscurità alla luce, rivelando il principio dell’enantiodromia e il ciclo delle stagioni. Gli iniziati, accolti nel grembo della Grande Madre, accedevano alla chiaroveggenza e al potere della Natura, probabilmente assumendo sostanze psichedeliche, che alteravano la loro coscienza e li avvicinavano a un’esperienza mistica con la Dea Demetra, preannunciando una trasformazione profonda.
Il viaggio per affrontare le crisi del nostro tempo
Oggi, la psicoterapia si confronta con l’incertezza della nostra esistenza, in un contesto caratterizzato da accelerazione e cambiamento costante. Senza rituali di passaggio, ci troviamo a navigare in territori sconosciuti, cercando di riconnetterci con l’altro. Tuttavia, la solitudine, la sfiducia e la disperazione offuscano la gioia di crescere, e un senso di inutilità mina la percezione del successo. Alla fine della vita, ci rendiamo conto della necessità di rivedere il nostro percorso, ma il contesto può apparire arido e l’immaginazione non riesce più a sostenere la leggenda del nostro coraggio.
Il Biodramma come teatro trasformativo
I paradigmi del passato possono riemergere come metafore della nostra identità individuale e della nostra unicità all’interno della memoria collettiva. Il Biodramma offre un percorso di rigenerazione del senso, proiettando la nostra storia personale sul grande schermo del mito. Questo approccio conferisce nuovo valore e significato alla nostra vita quotidiana.